Prefazione del libro di Biagio Romano: “La via Francigena e le sue diramazioni – Dalla Majella attraverso il Matese e il Monte Maggiore”
La valle del Volturno rappresenta da millenni uno dei grandi assi di transito nei percorsi di collegamento tra le aree appenniniche e quelle costiere della Campania, nonché fra il settore settentrionale e quello meridionale del Sannio.
La Via Latina, diramazione della Via Francigena e il fiume Volturno hanno rappresentato un forte elemento di coesione e sviluppo culturale ed economico.
Nella mappa topografica del corso del fiume Volturno il canonico Gianfrancesco Trutta, nelle sue “Dissertazioni delle Antichità Alifane” (XVI), descrive il ponte di Baia, volgarmente detto il ponte dell’Inferno, che univa la pianura alifana con Alife, il massiccio del Matese e il territorio di Baia, Latina, Dragoni e Alvignano con il proseguimento della via Latina che portava a Teano nord e a Benevento a sud.
Ancor di più, nell’età altomedioevale, con la nascita del Ducato longobardo di Benevento, il corso del Volturno è stato tramite essenziale per il controllo delle aree centro-settentrionali del ducato stesso.
Le alture del Matese e del Monte Maggiore sono state sempre difesa baluardo, riparo e ostello per le popolazioni pedemontane, fin dal tempo dei Sanniti e successivamente durante le incursioni saracene nell’ottavo secolo. Gli abitanti discendevano a valle nei periodi di prosperità e di pace, si rifugiavano sulle alture difficilmente accessibili durante i tempi di crisi. La stessa funzione di baluardo ha rappresentato nel tempo una protezione ma anche generato isolamento per i nostri paesi.
La situazione politico-geografica che caratterizza questa parte del territorio Campano è la presenza di numerosi centri urbani di piccole o piccolissime dimensioni dotati di spiccate specialità.
Biagio Romano, autore di questo percorso della Via Francigena attraverso il Molise e la Campania, ci fa camminare, per scoprire quei luoghi sospesi tra sacro e profano, lungo antiche strade che le leggende vogliono anticamente frequentati da diavoli ed eremiti.
Le grotte, adibite a santuari rupestri e dedicate all’Arcangelo Michele, site a Sant’Angelo d’Alife, San Gregorio Matese, a Gioia Sannitica, a Liberi e sul Monte Maggiore insieme con l’immensa selva che riveste una pendice verticale scandita da dirupi e picchi panoramici, sono meta di pellegrinaggi e accessibili a tutti.
Il patrimonio storico, artistico, culturale e religioso di questo territorio è rappresentato dai santuari rupestri, dalle chiese, dai centri storici, dai borghi fortificati quasi tutti sorti in epoca medioevale, dominati spesso dal castello e dalla chiesa e con le case che si raggruppano intorno ad essi.
Patrimonio artistico, culturale e religioso che va conosciuto attraverso ricognizioni, mostre e iniziative editoriali come quella in oggetto per valorizzare gli aspetti della cultura autoctona dei nostri paesi e del bellissimo paesaggio che li circonda.
Questa guida individua le notevoli potenzialità del territorio con diversi itinerari culturali, ambientali, turistici, storici che potrebbero favorire il decollo dell’economia locale.
Il lavoro di Biagio Romano raccoglie in modo essenziale i dati salienti dei paesi, delle chiese e dei e dei monumenti religiosi più importanti che si incontrano lungo il percorso della Via Francigena che tocca il Matese e il Monte Maggiore; una guida per compiere un pellegrinaggio culturale e religioso alla scoperta di quanto i nostri avi hanno prodotto durante i secoli.