Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Il “sinantropismo” è un fenomeno strettamente legato all’uomo, soprattutto ai malfatti ed alla scarsa attenzione alla cura del mondo che lo circonda e dove vive. 

Il sinantropismo (dal Greco syn-, “assieme” + anthropos, “uomo”) è il meccanismo con il quale specie animali o vegetali selvatici tendono a colonizzare ambienti profondamente alterati dall’uomo come centri abitati, parchi e giardini, sistemi fognari, discariche, collegamenti stradali, ecc.

Vivere insieme nell’accezione negativa dell’azione, dove specie animali, vegetali, fungine sfruttano la posizione d’incuria dell’uomo che altera il suo ambito di vita quotidiana (ambiente). 

Da questa abitudine egoistica dell’uomo vengono in mente i fenomeni di cui quotidianamente abbiamo notizia; in primis il fenomeno della sovrappopolazione di cinghiali che provocano danni diretti all’agricoltura, incidenti stradali, minaccia diretta all’uomo nell’ambito urbano. Gli animali, che si adattano al contatto con altre specie, soprattutto con l’uomo, diventano “confidenti”, non timorosi e si avvicinano, incuranti della potenziale minaccia alla loro vita che l’uomo stesso può provocargli.

Anche la volpe, attenta e furba per antonomasia, diviene confidente, e si avvicina estremamente all’ambito antropizzato, con quel fenomeno che viene denominato “adattamento trofico” ossia il cambiamento dell’abitudine alimentare, passando da predatore carnivoro ad onnivoro, cominciando a nutrirsi di scarti alimentari dell’uomo. 

La migliore disponibilità trofica (alimento disponibile) ne aumenta la riproducibilità, l’adattamento e, nascendo in ambienti sub-urbani, conoscono meglio l’uomo e lo temono di meno. 

Ma la colpa dei loro danni è degli stessi animali sinantropi che cercano di sopravvivere o di chi (l’uomo) che ha cambiato le abitudini per un apparente benessere sprecando e diffondendo cibo come spazzatura?

Questo deve far riflettere a non evidenziare solo l’epifenomeno (ossia solo ciò che si vede), l’effetto di una serie di cause derivate da chi poi subisce i danni: una sorta di contrappasso! Va analizzato e risolto (oggi per quanto possibile, purtroppo!) tutto ciò che lo provoca : spreco alimentare e produzione di eccesso di rifiuti urbani. 

Il sinantropismo, per altre inveterate abitudini e tradizioni, che in tempi rapidissimi sono rientrati nell’inesorabile fenomeno della “globalizzazione”, hanno facilitato che patologie animali “saltassero” di specie (spill-over) e  che poi hanno favorito ed inevitabilmente favoriranno le pandemie per l’uomo.

Cambiare abitudine si può e si deve. 

Mantenere il giusto rispetto per gli ambienti selvaggi, non compenetrandosi troppo in essi, non invadendoli, eviterà quei fenomeni che dai danni da cinghiale allo spill-over di infezioni animali stiamo imparando a conoscere e subire. 

 

Dr. Vincenzo D’Andrea

Medico Veterinario 

di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare