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Storia

le origini

Il Matese

Una piccola panoramica sulla storia del Matese

La presenza dell’uomo sul Matese viene fatta risalire a 632.000 anni fa (la testimonianza più antica dell’intera penisola italiana) grazie al ritrovamento del dente di un bambino di Homo heidelbergensis presso il sito di Isernia La Pineta; nello stesso sito sono stati rinvenuti resti di elefanti, bisonti, rinoceronti, orsi, ippopotami, pantere… una popolazione faunistica certo diversa da quella odierna.

E a proposito di fauna, non si può non citare Scipionyx samniticus, meglio conosciuto come “Ciro”, ritrovato a Pietraroja e riconosciuto come uno dei fossili più importanti nella storia della paleontologia per il suo eccezionale stato di conservazione.

Ma il Matese entra di prepotenza nella storia con l’arrivo dei Sanniti (circa 2500 anni fa), raggiungendo il suo apice durante le guerre contro i Romani.

Ma chi erano i Sanniti e da dove sono venuti?

I Sabini, che occupavano un territorio tra Lazio, Abruzzo e Umbria, decisero di celebrare il ver sacrum (primavera Sacra), forse per ottenere la vittoria con gli Umbri o per superare un periodo di carestia, consacrando i loro figli al Dio Marte; questi, una volta raggiunta l’età adulta, furono mandati dai loro genitori a cercare una nuova dimora. Gli esuli partirono seguendo un animale dal quale, in genere, i nuovi insediamenti prendevano il nome: i sanniti Pentri seguirono un bue e fondarono la città di Bovianum, gli Irpini seguirono un lupo (in osco hirpus), i Piceni un picchio (picus). Siamo circa a metà del I millennio a.C.

I Romani dicevamo. Magari parleremo delle “guerre sannitiche” in un articolo dedicato, qui ci limitiamo a citare un passaggio di Plinio il Vecchio: “Sequitur Regio Quarta, gentium vel fortissimarum Italiae”: la Quarta Regione, nome con cui veniva designato il Sannio e i suoi abitanti, è il popolo più valoroso d’Italia.

Ma con la caduta dell’impero, il Matese (nome del 6°secolo dalla radice greca ma dall’oscuro significato) inizia a frazionarsi in realtà sempre più piccole. Tale processo è durato per tutto il Medioevo, ma è nel XII secolo che divenne più evidente quando i Normanni portarono il feudalesimo iniziando ad assegnare territori ad alcune grandi famiglie come i Pandone, i Sanfromondi, i Carafa, i Gaetani. Ed è proprio in questo periodo che inizia a delinearsi la divisione del territorio tra la Contea del Molise e il giustizierato di Capua, con il massiccio del Matese come confine naturale. Divisione attuale e sempre più evidente.

Anche in epoche più recenti il Matese ha dimostrato di mantenere le sue caratteristiche di isolamento e difesa quando i Briganti, a cavallo tra ‘800 e ‘900, trovarono terreno fertile per le loro scorribande e quando, nel 1943, si dimostrò ancora una volta bastione di rifugio invalicabile durante la Seconda Guerra Mondiale.

E così arriviamo ai giorni nostri e alla situazione che ben conosciamo: un territorio politicamente periferico e una popolazione che non riesce a trovare un’unità d’intenti, ben lontana dalla straordinaria coesione del popolo Sannita, il più valoroso d’Italia.

Del suo passato resterà appena un ricordo sbiadito che però, in certi momenti, quando su di esso si sfrena la tormenta o ci si raccoglie nel bivacco, ci parlerà ancora nostalgicamente di quella storia antica, forte e sanguinosa.

Dante Marrocco
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