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Spesso, durante il periodo tardo primaverile ed estivo, se avete l’opportunità di effettuare un giro in luoghi aperti, come ad esempio il lago Matese, in cima ai cespugli, piccoli alberi, paletti, o sui fili della luce, posate ben dritte e in bella mostra, troverete le appariscenti Averle. In territorio matesino abbiamo ben 4 specie del genere Lanius: Averla piccola, Averla capirossa, Averla cenerina ed Averla maggiore. Tutte presentano una postura eretta, dritte sui propri posatoi da dove si slanciano per fulminei attacchi verso le possibili prede (grilli, cavallette, piccoli roditori, lucertole, rane, perfino piccoli uccelli), per poi tornare sui loro posatoi. Presentano zampe possenti e becco grosso terminante con un vistoso “dente”, come per i rapaci. 

L’Averla piccola (Lanius collurio) è un piccolo passeriforme che nidifica in campagne aperte coltivate, con preferenza di biancospini o arbusti in generale. È migratrice che sverna nell’Africa tropicale, per poi ritornare in primavera spesso nei luoghi “d’infanzia”, quindi con alto tasso di fedeltà al sito di riproduzione. Il maschio e la femmina sono ben distinguibili: il maschio presenta una colorazione nettamente distinta con petto e addome tra il bruno e il rosa chiaro; la testa presenta un vertice color grigio cenere chiaro ed una banda nera netta oculare a costituire una maschera. Gola color bianco, dorso color marrone con coda nera. Le femmine presentano una colorazione più smorta, con parte anteriore chiara con vermicolature marroncine. Accenno di mascherina marroncina ai lati degli occhi; vertice del capo color bruno grigio o marroncino, mantello marroncino più smorto rispetto al maschio. Presenta colorazione della coda nera (sopracoda). I giovani sono quasi simili alle femmine. La si può tranquillamente osservare lungo le vie alte del Matese.

L’Averla capirossa (Lanius senator) nidifica in aree boschive aperte, con radure, coltivazioni ed alberi sparsi. Maschio e femmina presentano quasi stessa colorazione con parte inferiore chiara maschera oculare nera (più marcata nel maschio), capo avvolto da colorazione rossa, più accesa nei maschi con ali nere con macchia bianca sulle scapole. Coda nera bordata di bianco. È come l’Averla piccola, una migratrice che sverna in Africa tropicale e nidifica in Italia, più frequentemente al centro Sud. Più frequentemente la si incontra nella zona pedemontana del Matese.

L’Averla cenerina (Lanius minor) e L’Averla maggiore (Lanius excubitur) potrebbero essere invece confuse tra di loro. Presentano quasi la stessa colorazione con parte inferiore chiara o rosata nella cenerina, banda oculare nera a formare la mascherina, dorso grigio con ali fasce nere e bande bianche. La sostanziale differenza tra le due specie è che, l’Averla maggiore non nidifica in Italia (nidificante occasionale!) quindi passa da noi soltanto l’inverno, mentre l’averla cenerina nidifica in ambienti aperte con coltivazioni, frutteti boschetti o pioppeti. Più frequentemente la cenerina la si incontra nella zona pedemontana del Matese, mentre la maggiore predilige il freddo del Lago Matese.

Di solito le Averle costruiscono il proprio nido tra le biforcazioni dei rami in cespugli. A questo pensano prevalentemente i maschi che arrivano per primi nei luoghi di nidificazione, aspettando poi il conseguente arrivo delle femmine che assisteranno a spettacolari riti di corteggiamento, tra parate, richiami nuziali e…aggressioni territoriali! Curiose sono le “scorte” alimentari che le Averle realizzano; infatti dopo aver terminato la loro preda a colpi di beccate, infilzano il mal capitato o tra le spine dei loro posatoi, oppure tra gli spuntoni del filo spinato che serve per cingere i pascoli. 

 

 

 

 

Nonostante le misure di conservazione, ed un piano per la salvaguardia, le Averle sono in notevole calo in termini di popolazione, in quanto molto sensibili alle modificazioni di habitat e territori. Sono inserite in categoria di tutela internazionali e sono catalogate come Vulnerabili (VU), l’Averla piccola e la cenerina, mentre l’Averla capirossa è in pericolo d’estinzione (EN). 

 

 

 

Articoli di
Giovanni Capobianco