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Chi ha visitato almeno una volta i monti del Matese avrà scattato sicuramente una foto sulle sponde del lago. Altri avranno campeggiato in uno dei tanti pianori come Campo Braca, magari i più attenti avranno notato la presenza di inghiottitoi oppure si saranno interrogati sul perché dell’esistenza di quell’isolotto stagionale nel lago oppure perché troviamo quelle conche verdeggianti sbucare improvvisamente dalle fitte foreste di faggi. Tutte queste forme, insieme a molte altre, sono il risultato dell’evoluzione del paesaggio ad opera dell’acqua, del vento, della temperatura e della tettonica(terremoti). In particolare, nel nostro caso, l’interazione di questi agenti con la roccia da vita a forme che sono la conseguenza del Carsismo.

La conca del Lago Matese, tipico esempio di Polje.

Il Carsismo è un fenomeno di soluzione chimica il cui effetto più evidente è quello di modellare e scolpire il paesaggio. Produce una complessa varietà di forme di erosione (corrosione) e di accumulo (precipitazione) che riguardano varie estensioni territoriali sia in superficie che in profondità. Il fenomeno interessa le rocce solubili e in particolare le rocce carbonatiche. Il Matese è un massiccio carbonatico caratterizzato da una quasi assenza di idrografia superficiale e dalla presenza di conche chiuse e da cavità sotterranee. Ma come avviene queste fenomeno di soluzione chimica? L’acqua (H2O) è l’elemento principale del modellamento del rilievo. A contatto con l’anidride carbonica (CO2) presente nelle rocce, nelle sostanze organiche e non organiche del suolo, si combina per dare luogo all’acido carbonico (H2CO3). H2O + CO2 ↔ H2CO3 Questo acido debole a sua volta a contatto con la roccia costituita da carbonato di calcio (CaCO3, poco solubile in acqua), genera una reazione chimica che ha come prodotto il bicarbonato di calcio ( Ca(HCO3)2 ,altamente solubile): CaCO3 + H2CO3 ↔ Ca(HCO3)2 Ora in questa soluzione, se la concentrazione di carbonato di calcio è sufficientemente bassa in relazione all’anidride carbonica presente, si costituirà una soluzione sottosatura: si avrà un fenomeno di erosione( inghiottitoi, gallerie ecc). Se invece la concentrazione di carbonato è talmente alta in rapporto all’anidride carbonica disciolta, si costituirà una soluzione sovrassatura e di conseguenza si creeranno forme di accumulo (stalattiti, stalagmiti ecc.). Il paesaggio carsico viene classificato in base alle sue forme epigee o superficiali e ipogee o profonde. Ma alcune forme carsiche superficiali si spiegano solo se prese in riferimento alle forme profonde, perché ne costituiscono il naturale proseguimento verso il basso.

Le “pietre di Mazzamauriello”nei pressi di Letino: questo tipo di solchi e scanalature prendono il nome di Karren.

Forme carsiche di superficie o epigee

Sono distinte in due categorie sulla base delle dimensioni:

  • Microforme (con dimensioni da centimetriche a metriche)
  • Macroforme (con dimensioni più che metriche)

Microforme

Le microforme sono un insieme variegato di forme, sono provocate dalla corrosione dell’acqua meteorica, dilavante e ristagnate. Le più comuni vengono chiamate Karren (tedesco). L’insieme di queste forme costituisce i Karrenfelder (campi solcati in italiano)

In base alla copertura del suolo su di essi si dividono in:

  • Karren liberi: di differenziano in base alla pendenza del rilievo su cui hanno avuto origine. Le Impronte sono piccole cavità circolari originatesi su rilievo pianeggiante. Scannellature e Solchi Carsici hanno un andamento rettilineo e inciso nella roccia, sono presenti su superfici via via più inclinate.
  • Karren semiliberi
  • Karren coperti Altre forme indipendenti da queste formosculture sono i crepacci carsici: solchi di larghezza e profondità variabile, si sviluppano lungo le fratture tendendo ad allargarle. Forme di accumulo Sono dovute alla precipitazione e ricristallizzazione del carbonato di calcio a causa della mutate condizioni chimico-fisiche che avevano causato la soluzione iniziale. Le principali forme che troviamo sono:
  • Travertino Consiste in un accumulo di carbonato di calcio con inglobati resti vegetali e animali di cui dopo la deposizione ne resta il calco. Si possono trovare lungo lo sbocco di sorgenti carsiche.

Macroforme

  • Doline Si tratta della macroforma carsica più tipica. Sono delle conche chiuse di forma circolare, ellittica o irregolare di dimensioni variabili. Situate in rocce permeabili (roccia calcarea) cioè in quelle che facilmente si fanno attraversare dall’acqua meteorica. Quindi l’acqua raramente ristagna ma viene assorbita in punti di assorbimento in superficie detti inghiottitoi. Esempi di queste forme sul Matese sono Campo Braca, Campo Rotondo, Pianellone, Campo dell’Arco e molte altre.
  • Polje Sono dei campi a fondo piatto e generalmente inondate o con forte oscillazione di eventuali bacini lacustri nel suo interno. Sono delimitati da versanti molto acclivi e tendenzialmente ai lati sono situati uno o più inghiottitoi. Il fondo è impermeabile a causa della corrosione marginale dei versanti che lascia alla base della superficie materiale insolubile. L’esempio lampante è la piana del Lago Matese. Gli inghiottitoi sono situati in località Scennerato. Sempre nel lago si elevano piccolecollinette cupoliformi che vengono rimpicciolite marginalmente, dalla corrosione chimica della roccia calcarea, a causa delle frequenti inondazioni. Queste collinette prendono il nome di Hum e l’isolotto di Monterone (o Montrone) ne è una valida testimonianza.

La dolina è una delle macroforme carsiche più tipiche, nella foto quella di Campo Braca.

L’isolotto di Montrone, tipico esempio di Hum.

Valli carsiche
Le valli sono il risultato dell’azione dell’acqua sulle rocce ma nel paesaggio carsico acquistano delle caratteristiche particolari. Sono soggette a fenomeni di dissoluzione: acqua erode la roccia per la soluzione chimica precedentemente descritta. Troviamo sia valli percorse da fiumi che valli asciutte. Un tipo di valle carsica abbastanza frequente, prende il nome di Gola o Canyon carsico. Si tratta di profonde Forre caratterizzate da ripidi versanti in roccia in cui fondo è percorso da un torrente o asciutto. Classica valle con queste caratteristiche è il Vallone del Torano. Il torrente che ha generato una valle carsica spesso è assente o estremamente ridotto a causa dell’assorbimento della roccia solubile lungo il suo percorso. Ecco perché spesso può capitarci di scorgere un piccolo torrente ma che scompare improvvisamente nel nulla.

Forme carsiche profonde o ipogee

La presenza di fratture nella roccia permette all’acqua meteorica di infiltrarsi, dove la lenta ma progressiva azione corrosiva crea un complesso sistema ipogeo ricco di gallerie, cavità, fiumi sotterranei e grotte.

Generalmente troviamo:

Cavità a sviluppo prevalentemente verticale :

  • Vani e pozzi fusiformi : si tratta di cavità a forma di fuso più ampie nel tratto intermedio .
  • Pozzi a cascata: sono delle cavità strette in cima e larghe alla base con pareti verticali.

Cavità a sviluppo prevalentemente orizzontale:

  • Condotte in pressione: sono cavità di forma tubolare formatesi in condizioni di alta pressione idrica.
  • Gallerie con canali di volta: formatesi dall’erosione antigravitativa cioè dal distacco di porzioni di roccia nella parte alta della galleria.
  • Condotte con erosione sul fondo: hanno una forma irregolare generate dal torrente sotterraneo che incide particolarmente nella parte bassa della cavità.

Inghiottitoio del Campo dell’Arco.

Depositi di Grotta

Appartengono a questa categoria le forme più note e spettacolari del paesaggio carsico sotterraneo. L’origine di questi depositi è dovuta alla precipitazione del bicarbonato di calcio presente in abbondante concentrazione nella soluzione acquosa (soluzione sovrassatura).

  • Stalattiti: di forma sottile e allungata, cilindriche e coniche. Le loro dimensioni sono variabili da pochi centimetri ad alcuni metri. Sono pendenti dal soffitto della cavità e si formano a seguito al gocciolamento dell’acqua di percolazione (stillicidio) proveniente dalla superficie.
  • Stalagmiti: si tratta di forme allungate piuttosto tozze che si accrescono dalla pavimentazione verso l’alto. Si generano per accrescimento verticale del precipitato calcareo a seguito dell’impatto dell’acqua con il basamento che percola dalle cavità. Può succedere che stalattiti e stalagmiti si fondano tra di loro per creare un’unica forma carsica chiamata Colonna.
  • Croste concrezionali e vele sono altre forme di accrescimento che si generano lungo le pareti per deposizione del bicarbonato di calcio. Le prime ricoprono interamente le pareti fino al basamento e assumono l’aspetto di “colate”. Le seconde si formano tra il soffitto e le pareti della cavità, sono dovute allo scorrimento obliquo dell’acqua.
  • Crolli: si tratta di accumuli sulla pavimentazione di blocchi calcarei staccatisi dalla volta della cavità in seguito a sismi.

L’arco naturale di Campo dell’Arco.

In conclusione, il Matese è un vero e proprio libro di Geologia a cielo aperto non solo per il Carsismo ma anche per altri importanti fenomeni che interessano queste montagne e che andranno avanti ancora per molti milioni di anni.

Articolo di Valerio Ferrazza